Changes: multiverso di uno sgualcito

Una poesia che non cede mai alla sconfitta, capace di trasformare anche il dolore più grande in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. Non c’è alcuna traccia di pietismo o ego di riferimento; Torta è capace di fotografare comunque l’attesa in uno scatto perfetto. Egli contamina la parola poetica con il cinema, la musica, il teatro, la pittura, parlando di tutto un mondo reale e quasi mai metafisico.
Una poesia che non cede mai alla sconfitta, capace di trasformare anche il dolore più grande in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. Non c’è alcuna traccia di pietismo o ego di riferimento; Torta è capace di fotografare comunque l’attesa in uno scatto perfetto. Egli contamina la parola poetica con il cinema, la musica, il teatro, la pittura, parlando di tutto un mondo reale e quasi mai metafisico. (Patrizia Baglione)

“Guardate quassù, sono in Paradiso. Ho cicatrici che non possono essere viste Ho dei drammi che non possono essere rubati. Tutti mi conoscono adesso”. Con queste parole si apre il brano Lazarus, di David Bowie. La poesia di Ernesto Torta non cede mai alla sconfitta più totale, anche il dolore più grande si trasforma sempre in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. La penna di Torta è completamente riconoscibile; adotta un linguaggio proprio, un ritmo musicale che rompe tutti gli schemi classici della poesia. Una poesia generata da cuore e istinto. Non c’è alcuna traccia di pietismo o ego di riferimento, Ernesto è capace, con la sua lungimiranza, di fotografare comunque l’attesa in uno scatto perfetto. La sua poesia non è semplice poesia. Egli contamina la parola poetica con il cinema, la musica, il teatro, la pittura, parlando di tutto un mondo reale e quasi mai metafisico.
(Dalla Prefazione di Patrizia Baglione)

Disponibile in ebook e in versione cartacea

Ernesto Torta
Ernesto Torta è nato ad aprile nel 1958.
Ha frequentato il Liceo Scientifico e ha collaborato con il Corriere Adriatico come giornalista pubblicista.
Ha pubblicato un primo libro fantasy “La Nuvola” a cui è seguita la prima silloge “Graffi” per il gruppo editoriale l’Espresso.
Notato da diverse Case Editrici, scrive il romanzo memoir “C’era un ragazzo” e due successive sillogi “Amo una vita luce a volte ombra” e “Scrivo di notte e … ho una moleskine” per i tipi di Divina Follia Edizioni.
Oltre a partecipare a diverse raccolte, come “Marchigiani per sempre”, vince con due racconti noir un contratto di pubblicazione per la casa editrice Golem, per cui scrive, a quattro mani con l’autrice Maria Antonietta Macciocu, il romanzo noir “Come lupo nella pioggia”, finalista al Neroma Festival.
Inventa il Bar Itinerante con la collaborazione di alcuni amici per inaugurare la stagione del meticciato letterario.
Passa dal web all’incontro reale, organizzando spettacoli in teatro in tutta Italia.

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