Una raccolta di liriche dall’andamento talora speculativo, derivato dalla professione filosofica dell’autore.

Pantaloni rosa

Una raccolta di liriche dall’andamento talora speculativo, derivato dalla professione filosofica dell’autore, divise in capitoli dai titoli programmatici – Ascolto della scienza, Contro il fondamentalismo, Il crollo, Ragazzo dai pantaloni rosa, Della poesia manchevole, I suoi fiumi, Disincanto – in ciascuno dei quali, poesia dopo poesia, sviscera l’argomento, lo nutre di esempi spesso presi dalla vita quotidiana e trae conclusioni difficilmente oppugnabili. Disponibile in ebook e in versione cartacea
Quella di Colacrai è una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata, facendosi narrazione.

Ritratto del poeta in autunno

I versi di Colacrai traggono linfa dalla dimensione della storia di un genere umano che sembra aver smarrito le sue insegne e crocifigge gli angeli cui è toccata la stimmata della non conformità alla massa. […] È una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata facendosi narrazione; rifugge la cantabilità ma ha una sua musica tutta interiore che il lettore attento avverte distintamente. Le immagini germinano le une dalle altre, mai…
Una poesia che non cede mai alla sconfitta, capace di trasformare anche il dolore più grande in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. Non c’è alcuna traccia di pietismo o ego di riferimento; Torta è capace di fotografare comunque l’attesa in uno scatto perfetto. Egli contamina la parola poetica con il cinema, la musica, il teatro, la pittura, parlando di tutto un mondo reale e quasi mai metafisico.

Changes: multiverso di uno sgualcito

“Guardate quassù, sono in Paradiso. Ho cicatrici che non possono essere viste Ho dei drammi che non possono essere rubati. Tutti mi conoscono adesso”. Con queste parole si apre il brano Lazarus, di David Bowie. La poesia di Ernesto Torta non cede mai alla sconfitta più totale, anche il dolore più grande si trasforma sempre in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. La penna di Torta è completamente riconoscibile; adotta un linguaggio proprio, un ritmo musicale che rompe tutti gli schemi classici della poesia. Una poesia generata da cuore e istinto. Non c’è…
Ciò che si può leggere fra le righe di questa poesia è ciò che si può cogliere fra le righe del mondo: discriminazione razziale, violenza di genere, crisi climatica, immigrazione, sbarchi, confini, prigioni, guerre, salute mentale e così via. Un’opera tanto sovversiva quanto sperimentale.

Liberate versi

Un’opera tanto sovversiva quanto sperimentale: ciò che si può leggere fra le righe di questa poesia è ciò che si può cogliere fra le righe del mondo. E mentre il tempo della nostra contemporaneità detta il ritmo dei versi, le parole sono tratte dalla più urgente attualità: discriminazione razziale, violenza di genere, crisi climatica, immigrazione, sbarchi, confini, prigioni, guerre, salute mentale e così via. L’istanza di cui l’opera si fa portavoce propone una radicale denuncia del contesto sociale e umano in cui siamo calati. L’incessante performatività in ogni ambito della vita e la precarizzazione dell’esistenza influenzano sostanzialmente lo sviluppo epidemico…