Un invito gentile e duro a non voltare lo sguardo, a testimoniare lo smarrimento e trasformarlo in parola, lasciando uno spazio per respirare.

Il mio malessere e altro ancora

Ne “Il mio malessere e altro ancora” Alessandra Girgenti racconta, con voce limpida e senza maschere, il paesaggio interiore di chi convive con il dolore e cerca, tra i frammenti del quotidiano, una via di riconciliazione. Sono poesie che scavano: il malessere che bussa alla porta, le cicatrici che non si cancellano, le notti insonni, ma anche la tenerezza del mare, l’Etna che osserva, i momenti di luce che ricuciono l’anima. Versi che alternano imprevedibili lampi di speranza a un’onesta malinconia, offrendo al lettore un compagno sincero per i suoi passi più fragili. Questa silloge è un invito — gentile…
A volte rivedo il passato / come realtà del mio presente… La nuova silloge di Mapi ci porta nel suo sogno, vissuto nel presente, ancorato nel passato, e fatto d’amore.

Molecole d’amore

“Il dolore di non amarti e averti / non è forte come non averti e amarti così tanto.” È Mapi stessa a scriverlo: “A volte rivedo il passato / come realtà del mio presente / allora ti chiedo / dammi vita, respiro e / un sorriso per riempire / la stanza silenziosa / della mia vita ignorata!”. I versi iniziali sono specchio fedele della sua vita, ma sarebbe un errore considerarli una sorta di sogno: il passato può rivivere, a condizione che si sia consapevoli di essere comunque qui, adesso. Disponibile in ebook e in versione cartacea