Nel silenzio dell'abisso, la Parola risplende. Un viaggio poetico tra ombra e luce, angoscia e speranza, alla ricerca del senso che illumina il cammino

Lassù, quaggiù

Lassù, fulgida, splende la Parola a cui tendiamo con speranza e fervore, e riverbera sua luce quaggiù, tra rovi essiccati e mutevoli deserti lambiti da una brezza sottile di immenso e fermo silenzio. L' uomo, sul ciglio dell' angoscia legata alla caducità e al baratro del nulla, tende le mani alla speranza, aggrappandosi al Logos, al senso, alla Parola, per risorgere alla vita dal cumulo deposto di rovi in cui fu gettato, nati sulla soglia di una morte del tempo. Possa lo splendore, lassù, illuminare il cammino nostro, incerto, nelle lande adagiate nel buio, nei sentieri ripidi deposti sull'orlo di…
Nel giardino dell’Eden non c’è solo pace. C’è il caos delle emozioni, dei desideri e delle paure; ci sono lupi, demoni e arpie. In questo spazio di tensione e di conflitto, la speranza emerge come un filo invisibile, portato dall’amore, dalla musica e dalla capacità di abbracciare la propria verità.

Nei magnifici giardini dell’Eden corrono lupi, demoni e arpie

"Nei magnifici giardini dell'Eden corrono lupi, demoni e arpie" è una silloge che esplora il tumulto dell'anima e la forza nascosta nella vulnerabilità. Rita Angelelli ci guida in un viaggio di rinascita e di crescita personale, in cui le cicatrici diventano segni di resilienza e i sogni si intrecciano con la realtà. Nel giardino dell’Eden non c’è solo pace. C’è il caos delle emozioni, dei desideri e delle paure; i lupi simboleggiano la solitudine e la forza interiore, i demoni rappresentano le nostre ombre più oscure e le arpie incarnano le voci del passato che non smettono di sussurrarci. In…
Si può cogliere, nel fare ermetico di questi versi, un richiamo che accompagna il lettore all’interiore, all’indispensabile rimescolio di carte e verità mancate, verso una visione più intima e totalmente soggettiva del sé.

Rancuore

Rancuore si configura come un primo tentativo di esplorazione della parola, un timido ed intricato approccio al mondo ispirante delle sillabe, un punto di rottura grave e abusante in cerca di luce. Dalle pagine di questa indagine emerge un disfacimento dettato da pesanti e pensati drammi personali, riuniti per mettere in discussione e al patibolo amore, amicizia, giustizia, famiglia, vita e soprattutto morte. Morte che è un costante dialogo diretto, educato e rispettoso di un non-luogo in fase di separazione, irrisolto nello scambio e nei suoi predicati. “Così mi tocca andar per intermezzi, così mi tocca per non morir vivendomi.”…
Una raccolta che si può leggere tutta d’un fiato, oppure aprendo a caso il libro per farsi trasportare dall’emozione indotta dalla lettura di una singola poesia, ritrovando frammento temi e sensazioni che ciascuno di noi ha provato nel corso della vita.

La tirannia del tempo

Quali azioni, quali pensieri, quali sentimenti si intrecciano sino a creare l’ordito e la trama di quel tessuto variegato che è l’esistenza umana? Alcune risposte le troveremo in questa raccolta, immergendoci nelle emozioni palesi e inconsce della vita con la leggera profondità della poesia. Il libro propone tre sillogi, legate, sul piano stilistico, dalla struttura dei versi, quasi sempre distici privi di punteggiatura; mentre sul piano contenutistico il collante è costituito dall’approccio lirico verso l’esistenza, con le sue illusioni e delusioni, con il suo incanto e disincanto. In La tirannia del tempo, passato e presente si intrecciano ricordandoci tutte le…
Affidare le emozioni e il proprio messaggio alla poesia non è punto di arrivo, è punto di partenza dello splendido lavoro che compie il nostro animo per arrivare a comprendere e a dare un senso alla nostra esistenza.

Poesie raccolte

Stare dentro la realtà è un compito a volte meraviglioso, spesso faticoso. La nostra missione è riuscire a farlo senza negare le nostre verità, quello che siamo, quello che spesso non possiamo esprimere ma che fa profondamente parte di noi. La poesia è uno strumento silenzioso che risolve la nostra essenza stringendo un’alleanza con ciò che percepiamo; elaborando le immagini che rimangono dopo aver percorso un tratto, durante un cammino ancora in corso o mentre ricordiamo il passato, traducendole in suggestioni. Le intreccia magicamente nella penombra delle sensazioni, dei pensieri che si affollano, che chiedono urgenza, che vogliono dire perché…
Perso nella foresta urbana, l’uomo sente il bisogno di riconnettersi con la natura, per riscoprire se stesso e curare le ferite provocate dalla nevrosi e dall’alienazione dovute all’odierna vita frenetica in un mondo fragile.

Io, in questa foresta urbana, non mi ritrovo più

Io, in questa foresta urbana, non mi ritrovo più è una raccolta di poesie ma anche un racconto di chi in continuazione si perde e cerca di ritrovarsi, di trovare il proprio posticino in questa vita. Non è un percorso facile, ma un viaggio tormentato tra scoramento e rabbia, tra ripiegamento interiore e brama di vita. Con le sue poesie l’autore esprime il bisogno dell’uomo di riconnettersi con l’ambiente circostante, riscoprire la natura e, soprattutto, riconciliarsi con sé. In un mondo frenetico, ma al contempo alienante e pieno di ferite, l’io affronta questa sfida come può, ondeggiando tra la voglia…
Poesie che riflettono sulla fragilità dell’essere umano, sull’inutilità di alcune battaglie e sulla difficoltà di trovare pace e redenzione. Un viaggio poetico che invita il lettore a riflettere profondamente sulla propria esistenza, sul proprio “errare” nel mondo e sulle proprie emozioni.

Errare

La raccolta poetica “Errare” esplora profondamente i temi dell’auto-percezione, dell’alienazione e della lotta interiore. Per mezzo di queste poesie intense l’autrice cerca di esprimere il tormento di vivere in un mondo costruito dalla propria mente, dove la solitudine e l’incomprensione predominano. L’amore è visto come un terreno complesso e doloroso, sottolineato da un appello a essere amati nella totalità della propria persona, con tutti i difetti e le debolezze. Le poesie riflettono sulla fragilità dell’essere umano, sull’inutilità di alcune battaglie e sulla difficoltà di trovare pace e redenzione. La raccolta è una meditazione sulla sofferenza, sull’orgoglio, sull’amore e sulla ricerca…
Quella di Colacrai è una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata, facendosi narrazione.

Ritratto del poeta in autunno

I versi di Colacrai traggono linfa dalla dimensione della storia di un genere umano che sembra aver smarrito le sue insegne e crocifigge gli angeli cui è toccata la stimmata della non conformità alla massa. […] È una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata facendosi narrazione; rifugge la cantabilità ma ha una sua musica tutta interiore che il lettore attento avverte distintamente. Le immagini germinano le une dalle altre, mai…
Una poesia che non cede mai alla sconfitta, capace di trasformare anche il dolore più grande in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. Non c’è alcuna traccia di pietismo o ego di riferimento; Torta è capace di fotografare comunque l’attesa in uno scatto perfetto. Egli contamina la parola poetica con il cinema, la musica, il teatro, la pittura, parlando di tutto un mondo reale e quasi mai metafisico.

Changes: multiverso di uno sgualcito

“Guardate quassù, sono in Paradiso. Ho cicatrici che non possono essere viste Ho dei drammi che non possono essere rubati. Tutti mi conoscono adesso”. Con queste parole si apre il brano Lazarus, di David Bowie. La poesia di Ernesto Torta non cede mai alla sconfitta più totale, anche il dolore più grande si trasforma sempre in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. La penna di Torta è completamente riconoscibile; adotta un linguaggio proprio, un ritmo musicale che rompe tutti gli schemi classici della poesia. Una poesia generata da cuore e istinto. Non c’è…
Un viaggio senza meta, alla ricerca di paesaggi e visi, e soprattutto dell’amore, che sia quello di un istante o quello di una vita intera.

Sottopelle

Passeggiare, mano nella mano, incontro alla violenza del tempo, delle stagioni, lungo strade spesso ignote. Un viaggio senza una vera meta durante il quale osservare paesaggi e visi che si incontrano per ogni vicolo. Spesso la mano che si stringe sfugge, scivola via, e si corre alla ricerca di un’altra mano o si viaggia in solitaria. Parole che nascono dalla quotidianità e che vivono sottopelle, come il sangue che circola e consente di vivere. L’amore è il centro di questi versi, declinato in forme che si modellano nelle diverse esperienze vissute intensamente. Amori di un istante, appena incrociati, solo sognati…