Solo socchiudendo gli occhi sarà possibile cogliere l’essenza delle cose, sentirne l’extra-materialità. Solo socchiudendo gli occhi riusciremo a ricevere le immagini dall’invisibile.

Immagini dall’invisibile

Un intero mondo, sottratto alla nostra percezione, potrà offrirsi al resto dei nostri sensi solo socchiudendo gli occhi. In tal modo, sarà possibile cogliere l’essenza delle cose, sentirne l’extra-materialità. Tutto ciò che si concede alla vista, infatti, non è che un’illusione; un astuto espediente della realtà, capace di adulare e sedurre pur di celare l’altro mondo. Solo socchiudendo gli occhi riusciremo a ricevere le immagini dall’invisibile. La silloge, che ne porta il titolo, si compone di ottanta poesie suddivise in tre sezioni: Alterità, Avanzi e Florilegio. Buona lettura… a occhi socchiusi! Roberto Tauro Disponibile in ebook e in versione cartacea
Una raccolta di liriche dall’andamento talora speculativo, derivato dalla professione filosofica dell’autore.

Pantaloni rosa

Una raccolta di liriche dall’andamento talora speculativo, derivato dalla professione filosofica dell’autore, divise in capitoli dai titoli programmatici – Ascolto della scienza, Contro il fondamentalismo, Il crollo, Ragazzo dai pantaloni rosa, Della poesia manchevole, I suoi fiumi, Disincanto – in ciascuno dei quali, poesia dopo poesia, sviscera l’argomento, lo nutre di esempi spesso presi dalla vita quotidiana e trae conclusioni difficilmente oppugnabili. Disponibile in ebook e in versione cartacea
Gli strappi di una vita, con la violenza necessaria al loro esistere, sono possibilità del nuovo, sono rottura di un equilibrio esistenziale spesso radicato nell'abitudine. I versi della raccolta suggeriscono il coraggio di non ripararli, ma di interrogarsi su quello che la vista coglie nelle aperture create e contemplare l'oltre, un luogo dove incontrare finalmente se stessi.

Strappi

Uno strappo non lo si augura a sé stessi né a chi si vuole bene. Porta con sé l’idea del danno, la fatica del riparare. Gli strappi di una vita, con la violenza necessaria al loro esistere, sono possibilità del nuovo. Sono rottura di un equilibrio esistenziale spesso radicato nell’abitudine, nell’inerzia, nella paura di compromettere ciò che abbiamo ottenuto. Ma nell’essere umano il desiderio di spingersi nell’ignoto, di andare oltre i confini del conosciuto, anche a un costo molto alto, quello della propria sopravvivenza, è presenza altrettanto forte e allora si tratta di nutrire la parte di sé che anela…
Il nocciolo della missione poetica propugnata dall’autore sembra ricondursi alla volontà dello stesso di rendersi testimone e sostenitore di un poiesis che disdegna le tenebre e la mortificazione nel dolore, mirando, invece, alla luce, che si fa elogio alla vita e che è gloria in ogni nome di chi è venuto al mondo grazie ad un atto d’amore” (Stefania Giammillaro).

Di padre in giglio

Un dialogo fatto di voci, di gesti, di timidi balbettii, di muti sguardi tra un padre e il suo bambino, parole che dal chiasso di una casa viva mutano forma nella contemplazione della poesia. Il tempo si ferma al momento della venuta al mondo del nuovo figlio; Dio si dimentica di far sbocciare l’inverno, poiché tutti gli sguardi si posano su una stanza d’ospedale, sui volti della madre e della sua creatura. In “Di padre in giglio” Negrato racconta quali sono il segreto e la meraviglia di qualunque paternità. “Il nocciolo della missione poetica propugnata dall’autore sembra, dunque, ricondursi alla…
Poesie che riflettono sulla fragilità dell’essere umano, sull’inutilità di alcune battaglie e sulla difficoltà di trovare pace e redenzione. Un viaggio poetico che invita il lettore a riflettere profondamente sulla propria esistenza, sul proprio “errare” nel mondo e sulle proprie emozioni.

Errare

La raccolta poetica “Errare” esplora profondamente i temi dell’auto-percezione, dell’alienazione e della lotta interiore. Per mezzo di queste poesie intense l’autrice cerca di esprimere il tormento di vivere in un mondo costruito dalla propria mente, dove la solitudine e l’incomprensione predominano. L’amore è visto come un terreno complesso e doloroso, sottolineato da un appello a essere amati nella totalità della propria persona, con tutti i difetti e le debolezze. Le poesie riflettono sulla fragilità dell’essere umano, sull’inutilità di alcune battaglie e sulla difficoltà di trovare pace e redenzione. La raccolta è una meditazione sulla sofferenza, sull’orgoglio, sull’amore e sulla ricerca…
Quella di Colacrai è una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata, facendosi narrazione.

Ritratto del poeta in autunno

I versi di Colacrai traggono linfa dalla dimensione della storia di un genere umano che sembra aver smarrito le sue insegne e crocifigge gli angeli cui è toccata la stimmata della non conformità alla massa. […] È una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata facendosi narrazione; rifugge la cantabilità ma ha una sua musica tutta interiore che il lettore attento avverte distintamente. Le immagini germinano le une dalle altre, mai…
Una poesia che non cede mai alla sconfitta, capace di trasformare anche il dolore più grande in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. Non c’è alcuna traccia di pietismo o ego di riferimento; Torta è capace di fotografare comunque l’attesa in uno scatto perfetto. Egli contamina la parola poetica con il cinema, la musica, il teatro, la pittura, parlando di tutto un mondo reale e quasi mai metafisico.

Changes: multiverso di uno sgualcito

“Guardate quassù, sono in Paradiso. Ho cicatrici che non possono essere viste Ho dei drammi che non possono essere rubati. Tutti mi conoscono adesso”. Con queste parole si apre il brano Lazarus, di David Bowie. La poesia di Ernesto Torta non cede mai alla sconfitta più totale, anche il dolore più grande si trasforma sempre in una mano che presta soccorso, uno sguardo attento e sincero, un abbraccio fraterno. La penna di Torta è completamente riconoscibile; adotta un linguaggio proprio, un ritmo musicale che rompe tutti gli schemi classici della poesia. Una poesia generata da cuore e istinto. Non c’è…
Ciò che si può leggere fra le righe di questa poesia è ciò che si può cogliere fra le righe del mondo: discriminazione razziale, violenza di genere, crisi climatica, immigrazione, sbarchi, confini, prigioni, guerre, salute mentale e così via. Un’opera tanto sovversiva quanto sperimentale.

Liberate versi

Un’opera tanto sovversiva quanto sperimentale: ciò che si può leggere fra le righe di questa poesia è ciò che si può cogliere fra le righe del mondo. E mentre il tempo della nostra contemporaneità detta il ritmo dei versi, le parole sono tratte dalla più urgente attualità: discriminazione razziale, violenza di genere, crisi climatica, immigrazione, sbarchi, confini, prigioni, guerre, salute mentale e così via. L’istanza di cui l’opera si fa portavoce propone una radicale denuncia del contesto sociale e umano in cui siamo calati. L’incessante performatività in ogni ambito della vita e la precarizzazione dell’esistenza influenzano sostanzialmente lo sviluppo epidemico…
Come ci si sente a portare con sé mezza luna, perché tutta illumina troppo? È di questa metà che si parla nella silloge, metà cuore pieno di amore e l’altra metà oscurato dal dolore, come quel calzino spaiato che non trova mai il compagno e quando lo trova si illude che sia perfetto.

La vita (in)felice dei calzini spaiati

Come ci si sente a portare con sé mezza luna, perché tutta illumina troppo? È come stare a metà tra la sabbia e il mare, come guardare una barca sulla riva che sta affondando, come scrivere un nome sulla sabbia ma troppo vicino al bagnasciuga. Non è la perfezione, è l’illusione di poter raggiungere la felicità, ma è sempre e solo la metà di quello che si desidera. È di questa metà che si parla nella silloge, metà cuore pieno di amore e l’altra metà oscurato dal dolore, dalla sofferenza e dalla depressione. È il bicchiere mezzo vuoto, perché quando…
Le parole usate come una rete per attirare l’ingenuo lettore o la sensibile lettrice nella pericolosa rete della poesia e costringerlo, di stanza in stanza, con continui cambi di scena, a spiccare il volo.

È masticare sassi

Stefania Torri usa le parole con la giusta attenzione, per attirare chi legge nella rete (pericolosa, quando è verità e bellezza, forza e mitezza) della poesia. Una volta catturato, l’ingenuo lettore / la sensibile lettrice ha un solo destino: entrare di stanza in stanza, una dopo l’altra (ottanta, in tutto). Solo una persiana è aperta / e dietro a quella socchiusa c’è tanto da spiare, materiale narrativo in versi che stimola una propria fantasia. C’è anche lei, l’autrice, con continui cambi di scena e di vestiti, di espressioni e di “modi poetici”. Come a teatro. Con una naturalezza che impressiona,…